Salvare il paesaggio della propria terra é salvarne l'anima e quella di chi vi abita. Andrea Zanzotto
26 settembre 2009
A proposito di salvaguardia della laguna Quando da piccolo, in riva al mare, costruivo delle dighe di sabbia sulla battigia, passavo il tempo a vedere come la forza delle onde del mare cercavano uno sbocco per superare quella difesa. Naturalmente il mare vinceva sempr, non oltrepassava la diga ma la aggirava allagando la parte pi bassa della sabbia. Ora, dopo la costruzione del Mose, quando si chiuderanno le paratie ed il mare premerà su di esse, chiaramente il mare cercherà uno sbocco. A fianco del Mose degli Alberoni attualmente c'è la zona pi bassa del Lido di Venezia. Albero- iii è appena a due metri sul livello del mare, la strada che dal mare porta in laguna è pianeggiante a differenza delle altre parti del Lido (Il Gran Viale è in salita verso le spiagge, i lungomari sono molto pi alti rispetto alle spiagge. Tutto il Lido, in quei punti, era una grande duna). Anche mettendo da parte la polemica ambientalista (nidificazione, piantagioni, paesaggio naturale ecc.) il problema è di difesa e salvaguardia della laguna e di Venezia. Non credo che il Consorzio costruttore del Mose con i milioni di euro a disposizione cada nel tranello di fare acqua nel momento di inaugurare la chiusura delle dighe mobili e quindi si premurerà di costruire, al posto della duna, non voluta dai bagnanti e dagli abitanti, magari una diga di protezione in cemento simile ai murazzi, Il Consorzio, per esperienza (vedi No Mose) non lo ferma nessuno. Bagnati, abitanti, meditate: meglio una duna naturale.
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